Quali farmaci possono ostacolare l’attività sportiva?
Da sempre l’immaginario dello sport è associato a performance straordinarie di atleti elevati a Dei dalle capacità sovrumane. Tra idolatria, competizione e sete di successo, è facile che la vittoria diventi un’ossessione per gli atleti, che rischiano così di essere ammaliati da ausili tutt’altro che naturali (e legali) che promettono risultati sempre migliori. Oggi ci addentreremo nell’oscuro mondo del doping per scoprire quali farmaci, illudendo di offrire innumerevoli vantaggi, in realtà, possono ostacolare l’attività sportiva di chi li assume.
Farmaci dopanti: quali sono le sostanze vietate nello sport?
Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo sentito parlare di scandali legati all’assunzione di farmaci dopanti da parte di grandi atleti che mai avremmo pensato potessero farne uso. Tuttavia, le notizie sui giornali non scavano oltre la superficie per arrivare al nocciolo della questione, così l’alone di mistero che circonda il tema del doping appare sempre piuttosto fitto.
Eppure, tutti dovremmo conoscere quali sono le sostanze vietate nello sport, non tanto per seguire l’ondata dello scalpore mediatico, bensì per via della minaccia che il doping rappresenta per gli atleti e per le discipline sportive in generale.
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza partendo dalla definizione di doping.
Il doping è l’uso di sostanze vietate per migliorare artificialmente le prestazioni atletiche incrementando la massa muscolare, ottimizzando la resistenza, riducendo la fatica o aumentando l’aggressività.
Visti i numerosi problemi associati all’utilizzo dei farmaci dopanti, come sappiamo, si è deciso di vietarne l’uso, costruire delle legislazioni ad hoc ed eseguire controlli antidoping regolari per tutte le discipline e gli atleti del mondo.
Le sostanze dopanti più utilizzate nello sport
L’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) è l’ente responsabile della definizione e dell’aggiornamento costante della lista delle sostanze vietate nello sport.
Tra queste, le più comunemente utilizzate dai dopanti sono:
- Anabolizzanti: gli ormoni sintetici, simili al testosterone, favoriscono l’aumento della massa muscolare e della forza;
- Ormoni peptidici: l’ormone della crescita (GH) e l’eritropoietina (EPO) stimolano la produzione di globuli rossi e aumentano la resistenza;
- Stimolanti: sostanze come le amfetamine e la cocaina aumentano la vigilanza, riducono la fatica, migliorando le prestazioni;
- Diuretici: per mascherare l’uso di altre sostanze o per perdere peso rapidamente prima di una competizione;
- Beta-2 agonisti: sostanze che aprono le vie aeree e possono migliorare le prestazioni in sport di resistenza.
Perché le sostanze dopanti sono proibite?
Le sostanze dopanti sono proibite per molteplici motivi, tutti importanti allo stesso modo.
In primo luogo, molti di questi farmaci hanno gravi effetti collaterali sulla salute degli atleti. Parliamo di problemi cardiaci, problemi epatici e, addirittura, tumori. Come sempre, è bene esitare davanti a soluzioni apparentemente miracolose e prive di rischi, andando ad approfondire di cosa si tratta e consultando il proprio medico, per essere certi di non mettere a repentaglio la propria salute a causa di decisioni affrettate ed ingenue che possono poi essere pagate a caro prezzo.
Inoltre, la questione è legata a problemi di ordine morale: l’uso di queste sostanze, infatti, conferisce un vantaggio ingiusto agli atleti che le utilizzano, minando l’equità della competizione.
Infine, il doping mina la credibilità e dignità dello sport, creando un clima di sfiducia nei confronti degli atleti e danneggiando l’immagine delle discipline sportive.
Cosa succede se un atleta risulta positivo alle sostanze dopanti?
Come abbiamo anticipato, per contrastare il fenomeno del doping, sono eseguiti numerosi controlli antidoping: gli atleti vengono sottoposti a prelievi di sangue e urine a sorpresa sia durante le competizioni che al di fuori di esse. Inoltre, grazie allo sviluppo scientifico, i controlli sono sempre più sofisticati e utili ad individuare anche le sostanze dopanti più recenti e difficili da rilevare.
Se un atleta risulta positivo al controllo antidoping, deve affrontare tutta una serie di conseguenze molto gravi, tanto a livello sportivo quanto a livello personale.
La sanzione più comune è la squalifica dalle competizioni per un certo periodo di tempo che può variare da pochi mesi a tutta la carriera sportiva. In più, tutti i risultati, i titoli e i premi, vinti dall’atleta dopo l’assunzione della sostanza proibita, vengono annullati. In altri casi, inoltre, l’atleta può essere obbligato a restituire i premi in denaro e a pagare delle ammende.
A tutto ciò si aggiunge l’enorme danno reputazionale: dopo uno scandalo per doping, l’immagine dell’atleta risulta gravemente compromessa e riconquistare la fiducia del pubblico può essere piuttosto complicato.
Le sanzioni variano in base alla gravità della violazione, determinata da diversi fattori:
- Tipo di sostanza utilizzata: le sostanze più pericolose per la salute o quelle che conferiscono un vantaggio competitivo più significativo sono punite più severamente;
- Numero di violazioni: gli atleti recidivi sono soggetti a sanzioni più pesanti;
- Cooperazione con le autorità antidoping: l’atleta che collabora con le indagini può ottenere una riduzione della pena.
Farmaci dopanti: il prezzo psicologico della vittoria a tutti i costi
L’assunzione di farmaci dopanti è causa ed effetto di problemi psicologici più profondi, per questo motivo, un passo importante della lotta contro il doping è agire a priori sulla salute mentale degli atleti.
Per farlo è necessario depurare il mondo dello sport da narrazioni tossiche che vanno inevitabilmente ad ostacolare l’attività sportiva sana, ancor prima dei farmaci dopanti. Bisogna educare le persone ad un nuovo approccio allo sport che punti sulla collaborazione, sul fair play, piuttosto che sulla vittoria a tutti i costi.
Una grande responsabilità è quindi in mano ai media: gli articoli scandalistici che mandano alla gogna pubblica gli atleti dopati non fanno altro che stigmatizzare queste persone e alimentare un circolo vizioso dannoso, tanto per i professionisti quanto per i semplici appassionati di sport.